È in vigore dall’11 giugno 2020 il decreto legislativo con cui il Governo italiano recepisce la Direttiva europea 844 del 2018 che si prefigge di accelerare la riqualificazione energetica degli edifici esistenti anche mediante l’integrazione di strategie di ristrutturazione a lungo termine che favoriscano la mobilitazione di risorse economiche e la realizzazione di edifici a emissioni zero entro il 2050.
Il testo completo, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede alcune novità per gli Attestati di Prestazione Energetica, in particolare le modalità di utilizzo dell’A.P.E. nelle compravendite e nelle locazioni, e nuovi adempimenti in tema di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici e nel caso di intervento sugli impianti dell’edificio.
Per il prossimo futuro, ci si aspetta l’aggiornamento dei decreti che regolano la figura del tecnico certificatore energetico e le ispezioni sugli impianti termici, un nuovo regolamento con i requisiti dei punti di ricarica per i veicoli elettrici e una revisione degli incentivi per l’efficienza energetica che dovranno essere commisurati ai risparmi perseguiti o conseguiti.
Soprattutto, il recepimento della 844/2018/UE indirizza finalmente il nostro Paese verso la decarbonizzazione e l’efficienza energetica in edilizia. Il Ministero dello sviluppo economico dovrà elaborare la “strategia di lungo termine per sostenere la ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, al fine di ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza entro il 2050”.
In questo percorso di rinnovamento, come si legge nella Direttiva europea, dovrà essere data “la priorità all’efficienza energetica, ricorrendo al principio dell’«efficienza energetica in primis», nonché valutando l’utilizzo di energie rinnovabili”. Un argomento su cui APE FVG ha da sempre posto l’attenzione, proponendo il paragone del secchio bucato che va riempito d’acqua all’infinito: un edificio poco efficiente, per essere riscaldato o raffrescato, necessita di un elevato apporto energetico il quale, che sia coperto da fonti fossili o rinnovabili, dev’essere comunque e «in primis» ridotto al minimo.
Inoltre, il documento europeo sottolinea anche lo stretto legame che c’è tra efficienza energetica, benessere abitativo e salubrità, un concetto già stabilito nelle linee guida dell’OMS nel 2009: “per quanto concerne la qualità dell’aria interna, edifici più efficienti offrono maggiore comfort e benessere agli occupanti e migliorano la salute. I ponti termici, l’inadeguatezza dell’isolamento e le infiltrazioni d’aria possono generare temperature superficiali al di sotto della temperatura di rugiada dell’aria, oltre che umidità”.
Speriamo che il recepimento della Direttiva porti all’auspicato cambiamento radicale nel campo dell’efficienza energetica in edilizia.