Una casa a basso fabbisogno energetico? Le conoscenze e le tecnologie costruttive consentono di costruirla, e le norme europee lo impongono (secondo la direttiva europea 2010/31/UE entro il 2020 tutte le nuove costruzioni dovranno essere “a energia quasi zero”). La sfida del prossimo futuro è quella di progettare e realizzare edifici “passivi”, in grado di sfruttare automaticamente l’energia solare e l’energia di scarto prodotta internamente, assicurando comfort invernale ed estivo senza apporti significativi di energia da parte degli impianti convenzionali.

Si è parlato di questo martedì 3 luglio a Udine, nel corso del Primo Convegno Passivhaus del Friuli Venezia Giulia nel corso del quale sono stati presentate a cittadini e addetti ai lavori le opportunità offerte da questa sfida: la casa del futuro può essere già realtà.

Lo standard Passivhaus nasce negli anni ’90 a Darmstadt ed è oggi uno standard internazionale in grado di soddisfare i requisiti di risparmio energetico e benessere abitativo in tutti i tipi di edifici, pubblici e privati, residenziali e non, nuovi e ristrutturati. Attualmente, rappresenta il concetto più evoluto del costruire sostenibile.

Come dimostrato dai casi concreti illustrati nel corso del convegno, costruire edifici passivi è già possibile in Italia: gli esempi riportati dai relatori hanno mostrato due realizzazioni in provincia di Udine e di Pordenone, oltre che una casa a Parma (in clima umido) ed una ristrutturazione in Veneto. Inoltre, il convegno ha fatto chiarezza sugli impianti nelle Passivhaus, che devono esserci e che contribuiscono al risultato di elevata efficienza energetica.

Il risultato raggiunto, oltre che importante in termini di risparmio energetico e di sostenibilità ambientale, è di benessere e comfort abitativo sia d’inverno che d’estate.

La realizzazione di Passivhaus presuppone adeguate competenze progettuali, elevata attenzione ai dettagli, accuratezza nell’esecuzione e garanzia di professionalità da parte di consulenti, progettisti, tecnici, imprese e maestranze. Per contribuire a livello regionale a diffondere questo sapere e per promuovere i necessari criteri di qualità è stato costituito l’IG Passivhaus FVG (Gruppo di interesse Passivhaus del Friuli Venezia Giulia). Il Gruppo, presentato proprio in occasione del convegno, è stato costituito in seno ad APE, non ha scopo di lucro ed ispira le proprie attività ai principi di sostenibilità, indipendenza, imparzialità, cooperazione, creazione di reti, sostenibilità ambientale-economica-etica. Il Gruppo e i suoi membri sono affiliati ufficialmente ad iPHA (International Passivhaus Association) e a ZEPHIR (riferimento per l’Italia del Passivhaus Institut).

Ha seguito con interesse il convegno una vasta platea di circa duecento persone. I lavori si sono chiusi nel pomeriggio con dibattito tecnico tra progettisti e relatori, che ha rappresentato un momento di confronto sul tema.

Locandina del convegno