La comunità scientifica si mobilita per sostenere la gestione sostenibile dei boschi e maggiore attenzione da parte delle istituzioni europee: 550 scienziati e ricercatori del settore ambiente-foreste-energia hanno firmato una lettera per chiedere regole concrete e applicabili per preservare le foreste dall’incuria, mantenerle vive, sane, produttive e renderle protagoniste della transizione energetica: tra questi, anche la nostra Agenzia per l’energia del FVG, che da tempo sostiene a livello locale la necessità di una gestione sostenibile delle foreste.

La lettera, inviata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, contiene una richiesta affinché l’UE, nel suo processo di emanazione della REDIII, consideri l’importanza di una selvicoltura sostenibile che produca beni durevoli ed energia in sostituzione delle fonti fossili a beneficio del clima.

Una gestione forestale sostenibile prevede l’utilizzo del legno per la produzione sia di beni durevoli sia di biocombustibili da destinare a scopi energetici, recuperando il sottoprodotto derivante dal processo di raccolta, lavorazione e produzione di primi. Quindi, l’uso energetico del legno può sostituire energia fossile stabilendo al contempo sinergie con altre industrie forestali e contribuendo in modo significativo alla politica climatica nei Paesi dell’Unione Europea.

Come afferma l’autore principale della lettera, il professor Roland Irslinger, la “Climate Smart Forestry” (CSF), che può essere tradotto come “selvicoltura intelligente per il clima”, integra perfettamente gli obiettivi climatici con la gestione forestale. La “selvicoltura intelligente per il clima” non significa solo immagazzinare carbonio negli ecosistemi forestali ma implica anche includere nel concetto di selvicoltura stessa la strategia per la riduzione delle emissioni di gas serra, l’aumento della resilienza degli ecosistemi forestali, i criteri per la biodiversità e l’aumento sostenibile della produttività e del reddito dei proprietari forestali. Questo deve tuttavia tener conto delle peculiarità regionali e locali, dei fattori naturali e delle circostanze socioeconomiche degli Stati membri.

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