APE FVG è stata invitata a partecipare, lo scorso 5 marzo, all’audizione alla IV commissione consiliare regionale sul tema delle aree idonee ed installazione di impianti FER.
In quella occasione, presidente e direttore hanno chiesto alla Regione un atto di indirizzo politico volto a valutare con maggiore profondità l’autorizzazione di tali impianti, soprattutto in presenza di volontà locali contrarie e motivate.
Come Agenzia siamo ben consapevoli del problema dell’impatto sul territorio derivante dall’installazione progressiva di grandi impianti fotovoltaici a terra e pensiamo che questi impianti debbano essere governati in modo diverso.
Riteniamo infatti che sarebbe necessario frenare la progressiva deregolamentazione dei processi autorizzativi e valutare caso per caso l’opportunità o meno di autorizzare gli impianti fotovoltaici. Vediamo purtroppo sempre più spesso che la loro collocazione è sinonimo di speculazione finanziaria ai danni  di un territorio che, se non governato sotto questo punto di vista, è preda di volontà di investimento esterne che cercano solo le migliori condizioni di produzione energetica, la vicinanza con i nodi di rete che permettono l’ingresso alla rete di trasmissione ad alta tensione, ignorando investimenti pregressi e destinazioni d’uso prioritarie di quei terreni. Anche le definizioni di “agrivoltaico” a volte sfiorano l’ipocrisia, mascherandosi dietro a colture minime  o ad una presunta conservazione della biodiversità.
Le amministrazioni locali soffrono questa situazione, vedendo avanzare senza possibilità di controllo impianti con grandi impatti paesaggistici che vanificano la programmazione locale per lo sviluppo del territorio, a volte senza considerare la vocazione naturale di quell’area.
Ci schieriamo dunque, come Agenzia, per una seria valutazione degli impianti che sono davvero meritevoli di essere realizzati e di quali invece rappresentano un impatto pesante su un territorio. Come?
Per cominciare, con una ricognizione sui 231.400 ettari di SAU (Superficie Agricola Utilizzata): dalle bozze degli schemi di decreto circolanti per l’individuazione delle aree idonee la percentuale minima e massima di sfruttamento della SAU per l’installazione a terra di impianti fotovoltaici è pari rispettivamente a 0,59% e 0,82% ovvero 1365,26 ha e 1897,48 ha. Nella sola provincia di Udine, sono più di 1000 gli ettari destinati a questa tipologia di impianti, senza adeguata considerazione della vocazione territoriale delle aree in cui sono stati autorizzati. Quanta della summenzionata percentuale è già stata utilizzata ad oggi?
Inoltre, ci chiediamo se all’interno del redigendo Piano Energetico Regionale sia stata contemplata l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Tale azione permetterebbe di coordinare meglio  le informazioni e di armonizzare gli strumenti di programmazione.
Infine, proponiamo di di percorrere con maggiore determinazione l’ipotesi agrivoltaica, così come definita nelle già disponibili linee guida nazionali. Questo permetterebbe di salvaguardare il territorio agricolo, di mantenere le vocazioni produttive alimentari, di integrare il reddito di chi vive e lavora su questo territorio, di offrire prospettive di crescita dal punto di vista del reddito, della cultura imprenditoriale, del know-how tecnico-scientifico disponibile sul territorio. Genererebbe, in altre parole, una crescita non solo della produzione energetica rinnovabile ma del capitale sociale, culturale ed economico disponibile in loco.