L’etichetta energetica dell’UE è ampiamente riconosciuta sui prodotti per la casa, come lampadine, televisori o lavatrici e fornisce un’indicazione chiara e semplice dell’efficienza energetica di un prodotto. In un sondaggio condotto in tutta l’UE nel 2019, il 93% dei consumatori ha confermato di aver riconosciuto l’etichetta e il 79% di esserne stato influenzato per l’acquisto.
Optando per i prodotti più energeticamente efficienti, si risparmia denaro sulla bolletta e si contribuisce nel ridurre le emissioni di gas serra.

Introdotta 25 anni fa, nel corso del tempo la scala ha subito modifiche di pari passo con il miglioramento dell’efficienza energetica dei prodotti, che di volta in volta hanno occupato le classi superiori, lasciando le classi inferiori a D quasi vuote. Poiché la differenza tra A ++ e A +++ è meno ovvia per i consumatori, i sondaggi hanno mostrato che una semplice scala da A a G sarebbe di più immediata comprensione.

Perciò, dal 1° marzo 2021, è stata introdotta una nuova scala da A a G, inizialmente prevista per frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici e televisori. Le lampadine invece verranno riscalate dal 1° settembre.
Ogni nuova etichetta energetica è progettata in modo tale che la classe A inizialmente sia vuota, per lasciare spazio all’innovazione e allo sviluppo di nuovi modelli più efficienti dal punto di vista energetico.
Per questo motivo, un elettrodomestico che fino a febbraio si trovava in classe A potrebbe essere passato alla C, ma senza che le sue performance siano peggiorate.

Il cambio di etichette dovrà essere effettuato dal produttore i modelli di prodotti vecchi potrebbero mostrare ancora l’etichetta precedente, opzione consentita sino a fine novembre 2021 (successivamente, senza il cambio di etichetta non potranno più essere venduti).
Nel frattempo, riconoscere le nuove etichette è facile: oltre al generale restyling, basta individuare il QR code in alto a destra che dà anche accesso a più dettagli sul prodotto.
Ecco un esempio fornito dalla European Commission:

Non è finita qui, perché, sempre dal 1° marzo è in vigore il regolamento UE orientato al “diritto alla riparazione“: i produttori dovranno garantire per 10 anni la produzione di pezzi di ricambio di motori elettrici, sorgenti luminose, sistemi refrigeranti, server e unità di archiviazione dati, display elettronici (anche televisori), elettrodomestici di uso comune come lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie.
Si tratta di una vera e propria lotta alla loro obsolescenza programmata, che allungherà di molto il ciclo di vita degli elettrodomestici.